IL VIAGGIO DI ULISSE
drammaturgia dall’Odissea di Omero e regia Girolamo Angione – riallestimento Elia Tedesco
coreografie Gianni Mancini – musiche Gabriele Bolletta/Simone Gullì
con i G.E.T. Germana Erba’s Talents
Un viaggio nel viaggio di Ulisse, a riscoprire l’emozione del racconto di Omero
Potremmo immaginare questo tessuto drammaturgico come un viaggio nel viaggio di Ulisse. Perché
quello che conta è il viaggio: come quello di Ulisse, ogni viaggio è evidentemente una
rappresentazione della vita, un viaggio interiore che ognuno intraprende per trovare (o ritrovare)
sé stesso, per affrontare e conoscere questioni decisive: la vita, il dolore, l’amore, la morte. Omero
ci racconta quello più emozionante di tutti i tempi, quello di Ulisse per tornare a Itaca: da quando
lascia Troia in fiamme e per dieci anni percorre in lungo e
in largo i mari perdendo via via tutti i suoi compagni, tra creature mostruose, i ciclopi, la maga
Circe, il canto delle Sirene, la dea Calipso, Nausicaa: avventure, pericoli, amori, gesti eroici e scelte
temerarie, affrontate con
astuzia e coraggio. L’Odissea, Insieme all’Iliade, rappresenta uno dei testi fondamentali della
cultura classica. Su quelle due grandi storie si fonda la narrativa occidentale. Sono le storie di tutte
le storie, storie antiche come
montagne. Tornare a leggerle, con attenzione e fedeltà, è un po’ come fermarsi a contemplare una
montagna, oppure il mare. Il lavoro sull’Odissea è tanto impegnativo quanto carico di aspettative e
accompagna il desiderio di parlare delle questioni decisive: la vita, il dolore, l’amore, la morte. È
questa la ragione dell’attualità delle opere classiche. Funzionano sempre, perché hanno dentro il
mondo intero.